Firmato il decreto sugli acquisti verdi

Firmato il decreto sugli acquisti verdi 1

Avviato il piano nazionale sul Green Public Procurement, anche se mancano i decreti attuativi. Opportunità per le plastiche riciclate.

Dovrebbe finalmente partire a livello nazionale il piano degli acquisti verdi per la Pubblica amministrazione predisposto dal Ministero dell’Ambiente di concerto con i ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Economia, già previsto all’articolo 162 della Legge Finanziaria 2007.

Il decreto interministeriale, firmato nei giorni scorsi dai ministri, apre la porta al Green Public Procurement, ovvero all’acquisto, da parte degli uffici della Pubblica amministrazione, di beni e servizi a basso impatto ambientale quali articoli realizzati con materiali riciclati (che potrebbe aprire interessanti opportunità anche al settore delle plastiche rigenerate), computer a basso consumo energetico, lampade ad alta efficienza, energia da fonti rinnovabili, in una quota minima stabilità per legge. L’iniziativa, già adottata da alcune Regioni quali la Lombardia, viene quindi estesa a livello nazionale.

Sulla base del decreto interministeriale generale, dovranno essere emanati provvedimenti attuativi contenenti i criteri ambientali minimi cui la PA si atterrà nelle proprie spese.

CONSIP – la società del Ministero dell’Economia che ‘cura’ gli acquisti – potrà introdurre tali indicatori nelle gare di appalto per la fornitura di beni e servizi che d’ora in poi seguirà non solo criteri di efficienza ma anche di sostenibilità. Entreranno così a pieno titolo le fonti energetiche rinnovabili, i prodotti meno energivori o che consentono una minore produzione di rifiuti e il ricorso a materiali riciclati.

Il Ministero valuta in 50 miliardi di euro ogni anno le spese che riguardano questo comparto. Gli acquisti pubblici rappresentano in Italia circa il 17% del PIL e nei Paesi dell’Unione Europea circa il 14%.

“Questo provvedimento rappresenta una svolta nella vita della Pubblica Amministrazione – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio – e ci avvicina alle migliori esperienze europee. E’ evidente che, oltre a difendere l’ambiente, il Piano potrà sostenere la competitività del nostro sistema produttivo, stimolando l’innovazione ambientale, orientando correttamente nuovi business, premiando prodotti e soluzioni tecniche avanzate, contrastando l’invasione di prodotti che si mostrano assai spesso privi di qualunque requisito di pregio ambientale, con riflessi talora pericolosi nel campo della sicurezza e della salute”.

Ricordiamo che in Italia è già in vigore il DM 8 maggio 2003, n. 203 “Norme affinché gli uffici pubblici e le società a prevalente capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30% del fabbisogno medesimo”, che però, per motivi tecnici e procedurali, non ha raggiunto fino ad oggi i risultati sperati.

 

FONTE: www.polimerica.it